CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 33-34 testo latino e traduzione
DE AMICITIA 33 - 34 (Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale con traduzione italiana
[33] Scaevola: Recte tu quidem.
Quam ob rem audiamus. Laelius: Audite vero, optimi viri, ea quae saepissime inter me et Scipionem de amicitia disserebantur. Quamquam ille quidem nihil difficilius esse dicebat, quam amicitiam usque ad extremum vitae diem permanere.
Nam vel ut non idem expediret, incidere saepe, vel ut de re publica non idem sentiretur; mutari etiam mores hominum saepe dicebat, alias adversis rebus, alias aetate ingravescente.
Atque earum rerum exemplum ex similitudine capiebat ineuntis aetatis, quod summi puerorum amores saepe una cum praetexta toga ponerentur.
[34] Sin autem ad adulescentiam perduxissent, dirimi tamen interdum contentione vel uxoriae condicionis vel commodi alicuius, quod idem adipisci uterque non posset. Quod si qui longius in amicitia provecti essent, tamen saepe labefactari, si in honoris contentionem incidissent; pestem enim nullam maiorem esse amicitiis quam in plerisque pecuniae cupiditatem, in optimis quibusque honoris certamen et gloriae; ex quo inimicitias maximas saepe inter amicissimos exstitisse.
33 SCEVOLA. Certamente.
Ascoltiamo, dunque. X LELIO. Sì, ascoltate, uomini egregi, gli argomenti molte volte affrontati da me e Scipione nelle nostre discussioni sull'amicizia. Nonostante tutto, diceva che nulla è più difficile che mantenere un'amicizia sino alla morte.
Spesso si verificano o divergenze di interessi o disaccordi in politica; l'uomo, poi, non di rado cambia carattere sia nei momenti difficili sia per il peso degli anni.
Come esempio di tali cambiamenti prendeva l'adolescenza, quando con la toga pretesta si accantonano spesso anche i profondissimi affetti dell'infanzia.
34 Se invece durano sino alla giovinezza, vengono infranti dalle rivalità per un partito matrimoniale oppure per un interesse che i due amici non possono ottenere nello stesso tempo. Ma se l'amicizia si spinge oltre, eccola vacillare quando si accende la lotta per le cariche pubbliche. La peste più esiziale dell'amicizia è, nella maggior parte degli uomini, la sete di denaro, nei migliori, la lotta per il potere e per la gloria. Ecco perché dagli amici più cari sorgono spesso gli odi più feroci.
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