CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 57-58 testo latino e traduzione
DE AMICITIA 57 e 58 (Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale Testo latino e traduzione italiana
[ 57] Harum trium sententiarum nulli prorsus assentior.
Nec enim illa prima vera est, ut, quem ad modum in se quisque sit, sic in amicum sit animatus. Quam multa enim, quae nostra causa numquam faceremus, facimus causa amicorum! precari ab indigno, supplicare, tum acerbius in aliquem invehi insectarique vehementius, quae in nostris rebus non satis honeste, in amicorum fiunt honestissime;
multaeque res sunt in quibus de suis commodis viri boni multa detrahunt detrahique patiuntur, ut iis amici potius quam ipsi fruantur. [58] Altera sententia est, quae definit amicitiam paribus officiis ac voluntatibus.
Hoc quidem est nimis exigue et exiliter ad calculos vocare amicitiam, ut par sit ratio acceptorum et datorum. Divitior mihi et affluentior videtur esse vera amicitia nec observare restricte, ne plus reddat quam acceperit; neque enim verendum est, ne quid excidat, aut ne quid in terram defluat, aut ne plus aequo quid in amicitiam congeratu
57 Non sono affatto d'accordo con nessuna delle tre.
Non è vera la prima, secondo cui si deve esser disposti verso l'amico come si è disposti verso se stessi. Quante cose che non faremmo mai per noi, le facciamo invece per gli amici! Pregare uomini indegni, supplicare, scagliarsi contro un altro con troppa durezza e con troppa veemenza attaccarlo, tutti comportamenti che, quando si tratta di noi, risultano poco dignitosi, ma quando si tratta degli amici, diventano il massimo della dignità.
In numerose circostanze, poi, gli uomini virtuosi sacrificano molti dei propri privilegi o tollerano di sacrificarli perché siano gli amici a goderne più di loro stessi. 58 La seconda teoria considera l'amicizia come la reciprocità dei doveri e dei sentimenti.
Ma significa ridurla a conti troppo gretti e meschini, per vedere se il bilancio è in pari! La vera amicizia, secondo me, è più ricca, più generosa e non bada con pignoleria a non rendere più di quanto abbia ricevuto. Non bisogna temere di perdere qualcosa, di lasciar cadere a terra una goccia o di fare troppo buon peso.
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