CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 79-80-81 testo latino e traduzione
DE AMICITIA 79 DE AMICITA 80 DE AMICITIA 81 (Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale con traduzione italiana
[79] Digni autem sunt amicitia quibus in ipsis inest causa cur diligantur.
Rarum genus. Et quidem omnia praeclara rara, nec quicquam difficilius quam reperire quod sit omni ex parte in suo genere perfectum.
Sed plerique neque in rebus humanis quicquam bonum norunt, nisi quod fructuosum sit, et amicos tamquam pecudes eos potissimum diligunt ex quibus sperant se maximum fructum esse capturos.
79 Degno di amicizia è chi ha dentro di sé la ragione di essere amato.
Specie rara! Davvero, tutto ciò che è bello è raro; niente è più difficile che trovare una cosa perfetta, nel suo genere, sotto ogni aspetto. Ma i più riconoscono come buono, nella vita umana, solo ciò che comporta un profitto e scelgono gli amici come le bestie, preferendo chi offre loro la speranza del massimo guadagno.
[80] Ita pulcherrima illa et maxime naturali carent amicitia per se et propter se expetita nec ipsi sibi exemplo sunt, haec vis amicitiae et qualis et quanta sit. Ipse enim se quisque diligit, non ut aliquam a se ipse mercedem exigat caritatis suae, sed quod per se sibi quisque carus est. Quod nisi idem in amicitiam transferetur, verus amicus numquam reperietur; est enim is qui est tamquam alter idem.
80 Si privano così dell'amicizia più bella e più naturale, quella che si ricerca in sé e per sé, e non imparano dalla diretta esperienza quale sia l'essenza e l'importanza dell'amicizia. Ciascuno, infatti, ama se stesso, non perché pretende di ricavare da sé il compenso del proprio affetto, ma perché amarsi è fine a se stesso. Se non si trasferisce tale mentalità nell'amicizia, non si troverà mai un vero amico. E il vero amico è come un altro te stesso.
[81] Quod si hoc apparet in bestiis, volucribus, nantibus, agrestibus, cicuribus, feris, primum ut se ipsae diligant (id enim pariter cum omni animante nascitur), deinde ut requirant atque appetant ad quas se applicent eiusdem generis animantis, idque faciunt cum desiderio et cum quadam similitudine amoris humani, quanto id magis in homine fit natura! qui et se ipse diligit et alterum anquirit, cuius animum ita cum suo misceat ut efficiat paene unum ex duobus.
81 Ora, se è evidente negli animali - dell'aria, dell'acqua, della terra, domestici e selvatici - che, primo, si amano (è un istinto «innato» in ogni essere vivente), e, secondo, cercano ardentemente un animale della stessa specie cui accoppiarsi (e lo fanno con slancio, con qualcosa che assomiglia all'amore umano), quanto tale sentimento è più naturale nell'uomo, che ama se stesso e cerca un altro con cui mescolare la sua anima, per farne di due quasi una sola!
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