Seneca De Providentia Libro I 1-4 testo latino e traduzione

Seneca - De Providentia (Sulla provvidenza)  
testo latino  traduzione LIBRO I 1, 2 3, 4 passim

Quaesisti a me, Lucili, quid ita, si providentia mundus ageretur, multa bonis viris mala acciderent.

Hoc commodius in contextu operis redderetur, cum praeesse universis providentiam probaremus et interesse nobis deum; sed quoniam a toto particulam revelli placet et unam contradictionem manente lite integra solvere, faciam rem non difficilem, causam deorum agam. 2. Supervacuum est in praesentia ostendere non sine aliquo custode tantum opus stare nec hunc siderum coetum discursumque fortuiti impetus esse, et quae casus incitat saepe turbari et cito arietare, hanc inoffensam velocita tem procedere aeternae legis imperio tantum rerum terra marique gestantem, tantum clarissimorum luminum et ex disposito relucentium; non esse materiae errantis hunc ordinem nec quae temere coierunt tanta arte pendere ut terrarum gravissimum pondus sedeat inmotum et circa se properantis caeli fugam spectet, ut infusa vallibus maria molliant terras nec ullum incrementum fluminum sentiant, ut ex minimis seminibus nascantur ingentia.

3. Ne illa quidem quae videntur confusa et incerta, pluvias dico nubesque et elisorum fulminum iactus et incendia ruptis montium verticibus effusa, tremores labantis soli aliaque quae tumultuosa pars rerum circa terras movet, sine ratione, quamvis subita sint, accidunt, sed suas et illa causas habent non minus quam quae alienis locis conspecta miraculo sunt, ut in mediis fluctibus calentes aquae et nova insularum in vasto exilientium mari spatia.

4. Iam vero si quis observauerit nudari litora pelago in se recedente eademque intra exiguum tempus operiri, credet caeca quadam volutatione modo contrahi undas et introrsum agi, modo erumpere et magno cursu repetere sedem suam, cum interim illae portionibus crescunt et ad horam ac diem subeunt ampliores minoresque, prout illas lunare sidus elicuit, ad cuius arbitrium oceanus exundat. Suo ista tempori reserventur, eo quidem magis quod tu non dubitas de providentia sed quereris.

Tu mi chiedi, Lucilio, perché, se Dio si prende cura del mondo, accadono ai buoni tante disgrazie.

L'argomento esigerebbe una trattazione più ampia, inquantoché si dovrebbe prima discutere e dimostrare se e vero che l'universo è retto da una legge provvidenziale e che Dio si cura effettivamente di noi, ma poichè tu mi domandi di affrontare una sola parte del problema, per risolvere il tuo quesito, senza approfondire l'intera questione, farò una cosa semplicissima: assumerò, cioè, la difesa di Dio. innanzitutto è superfluo dimostrare, a lmeno per il momento, come un'opera di così vasta portata qual è l'universo possa sussistere senza che alcuno la sorvegli e come il regolare e costante corso delle stelle, nel loro duplice moto di avvicinamento e di allontanamento, non sia dovuto ad un impulso casuale - cosa impossibile inquanto tutto ciò che si muove disordinatamente si scompiglia e dà di cosso, mentre queste rotazioni procedono senza intoppi, sotto la spinta ordinata di una legge eterna, portando sulla terra e nel mare un'enorme quantità di esseri animati e inanimati e sparpagliando nel cielo un gran numero di chiarissime stelle rilucenti secondo un ordine che le colloca ciascuna in un posto preciso e determinato. Né serve dimostrare come tutto quest'ordine non possa attribuirsi ad una materia cieca, che vaghi a caso, e come degli elementi aggregatisi fortuitamente possano restare sospesi nel vuoto, con tale e tanta arte da far sì che l'enorme mole della terra se ne rimangaimmobile a contemplare il cielo che le gira intorno nel solerte e veloce moto degli astri, e consentire che i mari s'insinuino nelle valli, rendendo le terre permeabili affinché i fiumi poi nel riversarsi non abbiano a straripare, e come infine da piccoli semi possano nascere organismi viventi tanto grandi. E anche quei fenomeni che sembrano oscuri e irregolari - cioè le piogge, le nubi, lo sprigionarsi e l'abbattersi dei fulmini, le lave incandescenti che traboccano dai crateri dei vulcani, le scosse della terra che vacilla sotto i nostri piedi e tutti quegli altri rivolgimenti che si verificano nell'atmosfera che circonda la terra - per quanto imprevedibili, non accadono senza una ragione, ma hanno anch'essi le loro cause, non meno di quei fenomeni che sembrano miracoli inquanto accadono in luoghi diversi da quelli in cui, secondo noi, dovrebbero verificarsi, come le sorgenti d'acqua calda nel bel mezzo del mare o l'emergere improvviso di nuove e vaste isole nell'immensità dell'oceano. Se poi osserviamo le spiagge prosciugarsi e ribagnarsi nel moto alterno delle onde che cadenzando si ritraggono e rifluiscono in breve spazio di tempo, possiamo mai pensaree che questo flusso e riflusso, che ora cede ed ora riconquista la propria sede, sia dovuto al caso? Al contrario, le onde crescono e si riversano sulla spiaggia con un ritmo periodico, in giorni ed ore stabiliti, alzandosi e abbassandosi secondo l'attrazione esercitata dalla luna, che determina appunto il rigonfiarsi e lo straripamento della massa marina. Ma rimandiamo ad altro tempo la discussione su tutti questi fenomeni, tanto più per il fatto che tu non metti in dubbio la provvidenza, ma te ne lamenti

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