Simposio 223c - 223d (Platone)

τὸν μὲν οὖν Ἐρυξίμαχον καὶ τὸν Φαῖδρον καὶ ἄλλους τινὰς ἔφη ὁ Ἀριστόδημος οἴχεσθαι ἀπιόντας, ἓ δὲ ὕπνον λαβεῖν, [223c ]καὶ καταδαρθεῖν πάνυ...

Traduzione letterale di Anna Maria Di Leo (ad uso scolastico)

Dunque Aristodemo diceva che Erisimmaco, Fedro e alcuni altri andando via (ἄπειμι part pres)

erano distrutti (inf οἴχομαι) e che (ἕ pronome personale maschile) il sonno coglieva egli stesso e che dormì molto a lungo (πάνυ πολύ) dato che le notti erano lunghe, che dormì fino a giorno quando i galli già cantavano e che svegliandosi vide gli altri che dormivano e che altri se n'erano andati. [Diceva che]...(CONTINUA)

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