Alcibiade richiamato dall'esilio

Ἀλκιβιάδης δὲ βουλόμενος μετὰ τῶν στρατιωτῶν ἀποπλεῖν οἴκαδε, ἀνήχθη εὐθὺς ἐπὶ Σάμου· ἐκεῖθεν δὲ λαβὼν τῶν νεῶν εἴκοσιν ἔπλευσε τῆς Καρίας εἰς τὸν Κεραμικὸν κόλπον....

Alcibiade, volendo tornare a casa con i soldati, salpò subito alla volta di Samo; di lì prese venti navi, fece vela verso il golfo Ceramico in Caria.

Di qui tornò a Samo dopo aver preso cento talenti. Trasibulo intanto con trenta navi si dirigeva alla volta della Tracia e lì, oltre agli altri territori che erano passati dalla parte degli Spartani, assoggettò anche Taso, che era in difficoltà a causa delle lotte interne e della fame. Trasillo, insieme con il resto dell’armata, salpò in direzione di Atene: prima che egli giungesse, gli Ateniesi avevano eletto stratego Alcibiade che era esule e Trasibulo che non era in patria e, terzo Conone, tra quelli che erano in Atene.

Alcibiade da Samo portando con sé il denaro si diresse verso Paro con venti navi e di lì salpò direttamente verso il Giteo per osservare le trireme che sapeva che gli Spartani lì allestivano in numero di trenta, ed anche per esplorare sulla possibilità di un suo ritorno in patria come la città fosse orientata nei suoi riguardi.

Quando vide che la città gli era devota e che era stato eletto stratego e che in via privata gli amici ne invocavano il ritorno, fece vela verso il Pireo.

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