Elleniche libro 1 capitolo 14, 15, 16, 17 (Senofonte)

Ταύτην μὲν οὖν τὴν ἡμέραν αὐτοῦ ἔμειναν, τῇ δὲ ὑστεραίᾳ Ἀλκιβιάδης ἐκκλησίαν ποιήσας παρεκελεύετο αὐτοῖς ὅτι ἀνάγκη εἴη καὶ ναυμαχεῖν καὶ πεζομαχεῖν καὶ τειχομαχεῖν·«Οὐ γὰρ ἔστιν – ἔφη – χρήματα ἡμῖν, τοῖς δὲ πολεμίοις ἄφθονα παρὰ βασιλέως».

Traduzione letterale con note verbali di Anna Maria Di Leo

In quello stesso giorno dunque rimasero (ἔμειναν, μένω ind aor att 3a pl) là, ma il giorno successivo Alcibiade, convocata un'assemblea, diceva loro esortandoli (παρακελεύω)

che era necessario sia combattere per mare sia combattere a terra, sia dare l'assalto alle mura (τειχομᾰχέω):

"Infatti non abbiamo denari (dativo di possesso: "non ci sono denari per noi), mentre i nemici ne hanno abbondanti da parte del re (dativo di possesso: "ai nemici sono abbondanti dal re")... (CONTINUA)

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