Elleniche 7.5.15, 7.5.16 (Senofonte)
Οἱ δ᾽ Ἀθηναῖοι ἱππεῖς ὁρμηθέντες ἐξ Ἐλευσῖνος ἐδειπνοποιήσαντο μὲν ἐν Ἰσθμῷ, διελθόντες δὲ καὶ τὰς Κλεωνὰς ἐτύγχανον προσιόντες εἰς τὴν Μαντίνειαν καὶ καταστρατοπεδευσάμενοι ἐντὸς τείχους ἐν ταῖς οἰκίαις....
I cavalieri ateniesi, muovendosi da Eleusi, pranzarono (δειπνοποιέω) nell'Istmo, ma il caso volle che provenienti da Eleusi dopo aver superato Cleone avvicinandosi a Mantinea si accamparono entro le mura, nelle case. Quando era chiaro che i nemici avanzavano, gli abitanti di Mantinea domandavano ai cavalieri ateniesi di aiutarli in qualche modo, se era possibile;
E, udito ciò, gli Ateniesi accorsero in aiuto, pur essendo ancora digiuni sia loro che i cavalli. Chi, dunque, non ammirerebbe in questa circostanza il loro coraggio? Costoro pur vedendo che i nemici erano molto più numerosi, e che a Corinto un disastro era accaduto ai cavalieri, non lo presero affatto in considerazione (ἐπιλογίζομαι), né (presero in considerazione) che avrebbero dovuto combattere contro i Tebani e i Tessali, che sembrava che fossero i migliori a cavalcare.
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