Senofonte incoraggia i soldati prima della battaglia

Ἐτύγχανον λέγων ὅτι πολλαὶ καὶ καλαὶ ἐλπίδες ἡμῖν εἶεν σωτηρίας. πρῶτον μὲν γὰρ ἡμεῖς μὲν ἐμπεδοῦμεν τοὺς τῶν θεῶν ὅρκους, οἱ δὲ πολέμιοι ἐπιωρκή κασί τε καὶ τὰς σπονδὰς παρὰ τοὺς ὅρκους λελύκασιν....

Stavo dicendo che potremmo avere molte belle speranze di salvezza. Per prima cosa, infatti, confermiamo i giuramenti degli dei, che nemici hanno spergiurato violando la tregua contro la parola data. Stando così le cose, è ovvio che gli dèi siano avversi ai nostri nemici e si schierino al nostro fianco.

E gli dèi hanno la facoltà di rendere, in un attimo, debole chi è potente e di salvare senza fatica i deboli anche nei momenti più terribili, se così decidono.

Intendo poi ricordarvi i pericoli affrontati dai nostri avi, perché sappiate che avete l'obbligo morale di essere forti, e con l'aiuto degli dèi i forti si salvano anche nelle situazioni più tremende. Quando i Persiani e i loro alleati una schiera sterminata marciarono contro Atene per cancellarla dalla faccia della terra, gli Ateniesi hanno osato affrontarli e li hanno vinti.

Avevano fatto voto ad Artemide di sacrificare tante capre quanti fossero i nemici uccisi, ma non poterono trovarne a sufficienza, per cui decisero di sacrificarne cinquecento all'anno, e il sacrificio si celebra ancora ai nostri giorni.

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