Antonio rompe l'assedio del porto di Brindisi
Erat eo tempore Antonius Brundisii; is virtute militum confisus scaphas navium magnarumi circiter LX cratibus... Qua necessitate et ignominia permotus Libo discessit a Brundisio obsessionemque nostrorum omisit.
Antonio in quel tempo era a Brindisi; egli, confidando nel valore dei soldati, ricoprì con tavolati e graticci circa sessanta barche delle grandi navi, e vi imbarcò truppe scelte e le dispose in modo separato in più luoghi sul litorale e ordinò a due navi triremi, che aveva fatto costruire a Brindisi, di avanzare fino alla foce del porto con la scusa di mantenere in esercizio i rematori. Libone, dopo aver visto che queste erano avanzate temerariamente, sperando di poterle catturare, inviò contro di loro cinque quadriremi.
Poiché queste si avvicinarono alle nostre navi, i nostri veterani si rifugiavano nel porto, quelli, trascinati dal loro ardore, le inseguivano senza molta prudenza. Dato il segnale, all'improvviso da ogni parte le barche di Antonio si lanciarono contro il nemico e al primo assalto catturarono una delle quadriremi con i suoi rematori e difensori, costrinsero le altre a fuggire vergognosamente.
A questo danno si aggiunse che, poiché Antonio aveva disposto i cavalieri lungo la spiaggia, erano impediti i rifornimenti d'acqua. Mosso da questa necessità e dall'ignominia Libone si allontanò da Brindisi e abbandonò l'assedio dei nostri.
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