Assedio di Marsiglia ultimo Atto (Versione di latino Cesare)

Assedio di Marsiglia ultimo atto
versione latino di Cesare

Quo malo perterriti subito oppidani saxa quam maxima possunt vectibus promovent praecipitataque muro in musculum devolvunt....

Atterriti da questo pericolo, subito gli assediati spingono con delle leve macigni quanto più grossi possibile e, fattili precipitare dal muro, li fanno cadere sulla galleria.

La solidità del materiale sostiene il colpo e tutto ciò che cade scivola lungo gli spioventi del tetto. Vedendo ciò, i nemici cambiano piano; incendiano barili pieni di pece e resina e li gettano dal muro sulla galleria. I barili, rotolando, precipitano; caduti a terra ai fianchi, vengono allontanati dalla galleria con forche e pertiche.

Frattanto sotto la galleria i soldati con leve scalzano alla base della torre dei nemici le pietre che ne costituivano le fondamenta. La galleria viene difesa dai nostri con frecce e proiettili scagliati dalla torre di mattoni; i nemici si allontanano dalle mura e dalle torri; non è più concessa la possibilità di difendere il muro. Rimosse molte pietre dalla torre vicina alla galleria, all'improvviso una parte di quella torre crolla, la rimanente parte a sua volta stava per cadere, quando i nemici, atterriti per l'eventuale saccheggio della città, inermi si precipitano tutti quanti fuori dalla porta con le sacre bende, tendendo supplichevolmente le mani ai luogotenenti e all'esercito

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