Cesare parla ai soldati (Versione di latino Cesare)
Cesare parla ai soldati Autore: Cesare
Caesar ab superioribus consiliis depulsus omnem sibi commutandam belli rationem existimavit....
Traduzione
Cesare distolto dai precedenti progetti ritenne di dover cambiare la sua tattica di guerra e così in un solo momento ritirati tutti i presidi e abbandonato l'assedio e radunato l'esercito in un solo luogo Cesare tenne un discorso presso i soldati e li esortò a sopportare a malincuore (a non guardare con avversione) i fatti che erano accaduti e a non lasciarsi spaventare da questi fatti e a non contrapporre a molte battaglie favorevoli una sfortuna e di scarso valore (dicendo che) si doveva quindi rendere grazie alla fortuna poiché avevano conquistato l'Italia senza alcuna ferita poiché avevano sottomesso le due spanne di uomini bellicossisimi sotto la guida di comandanti espertissimi e abilissimi e poi perché avevano ridotto in loro potere le province confinanti e ricche di grano infine (dicendo che) si dovevano ricordare con quale successo tutti erano stati trasportati incolumi in mezzo alle flotte dei nemici mentre non solo i porti ma anche le coste erano pieni.
La fortuna doveva essere aiutata dall'operosità, qualora non tutto andasse favorevolmente. Quello che di negativo era stato subito, si doveva attribuire a responsabilità di chiunque altro piuttosto che sua. (Affermò che) egli aveva fornito un luogo favorevole per combattere, si era impadronito dell'accampamento dei nemici, aveva respinto e battuto i combattenti.
Ma se il loro turbamento o qualche sbaglio o anche la Fortuna avevano impedito una vittoria sicura e già alla portata di mano, tutti dovevano darsi da fare per rimediare col valore al danno subito. Se così facevano, il danno si sarebbe mutato in bene, come era avvenuto presso Gergovia, ed essi, che prima avevano avuto paura di combattere, si sarebbero offerti spontaneamente al combattimento
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