L'isola della Gran Bretagna secondo Cesare
Insula natura triquetra, cuius unum latus est contra Galliam. Huius lateris alter angulus, qui est ad Cantium, quo fere omnes ex Gallia naves appelluntur, ad orientem solem, inferior ad meridiem spectat....
L’isola, un lato della quale è di fronte alla Gallia, è di forma triangolare Di questo lato uno dei due angoli, che è verso il Kent, dove quasi tutte le navi (provenienti) dalla Gallia approdano è rivolto a oriente; l’altro angolo più basso guarda verso sud. Questo (lato) è lungo circa cinquecento miglia.
Un altro lato è rivolto verso la Spagna e ad occidente. Da questa parte c’è l’isola Ibernia, di metà meno grande di quanto si stima la Gran Bretagna; inoltre si ritiene che ci siano molte isole minori sulle quali isole alcuni hanno scritto che per trenta giorni consecutivi è notte durante il solstizio invernale.
Noi non siamo riusciti a sapere nulla riguardo a ciò con indagini, se non che vedevamo, in base a precise (certis ) misurazioni del tempo con la clessidra, che le notti erano più brevi che sul continente. Secondo il parere di quelli (che ne hanno scritto), la lunghezza di questo lato è di settecento miglia. Il terzo è rivolto al nord; a quella parte non è contrapposta alcuna terra, ma un angolo di questo lato è rivolto prevalentemente (maxime) verso la Germania.
Si valuta che questo (lato) in lunghezza sia di ottocentomila passi. Così tutta l’isola (=misurata tutt’intorno) in perimetro è di centomila passi. Tra gli abitanti sono di gran lunga i più civili coloro che vivono nel Kent, regione che è tutta marittima, e non differiscono molto dal modo di vita dei Galli.
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