L'ora più adatta alla partenza

Disputatur in consilio a Petreio atque Afranio et tempus profectionis quaeritur....

Durante un'assemblea viene ponderato da  parte di Petreio e di Afranio e viene discusso il tempo per la partenza.

La maggior parte riteneva(no) opportuno marciare di notte (che si marciasse di notte): si poteva arrivare alle gole prima che se ne accorgessero. Altri, avendo proclamato che la notte precedente era stato dato l'allarme nell'accampamento di Cesare, sostenevano che non si poteva uscire segretamente. Dicevano che la cavalleria di Cesare di notte s'aggirava nei dintorni e presidiava  tutti  i luoghi e tutte le vie d'accesso; sostenevano che si dovevano evitare combattimenti notturni, poiché un soldato spaventato in una guerra civile di solito dà ascolto più al timore che al giuramento.

Ma la luce del giorno da sola sollecita un senso di pudore, perché si agisce davanti agli occhi di tutti; inoltre molta vergogna porta  anche la presenza di tribuni e di centurioni. Per la qual cosa, durante il giorno fa sì che i soldati facciano il loro dovere.

Perciò, a ogni costo, dovevano aprirsi un passaggio; anche a prezzo di qualche perdita si sarebbe salvato il grosso dell'esercito e si sarebbe potuta raggiungere la postazione desiderata. Nel consiglio prevale questo e stabiliscono di partire il giorno dopo all'alba (=prima luce).

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