Catilina ha congiurato contro lo stato
Recognosce tandem mecum noctem illam superiorem; iam intelleges multo me vigilare acrius ad salutem quam te ad perniciem rei publicae....
Convieni almeno con me su quella notte passata; e comprenderai meglio che io vigilo più alacremente sulla salvezza della Repubblica che non tu alla sua rovina.
Dico che tu nella notte scorsa sei venuto tra i falciatori –non parlo oscuramente- nella casa di M. Lece; e che lì hai convocato parecchi complici del medesimo disegno demenziale e criminoso. Osi forse negarlo? Perché taci ? Lo proverò, se lo neghi. Ma vedo che qui in Senato sono alcuni che furono insieme con te. Dei immortali! Qual tipo di gente siamo? In quale città viviamo? Quale Repubblica abbiamo? Qui, proprio qui, sono nella nostra Istituzione, o Padri coscritti, in questo sacratissimo e supremo Consiglio dell’intero Stato, coloro che cospirano per la morte di noi tutti, coloro che cospirano per la distruzione di questa città e dell’intero Stato ! Io Console vedo costoro ed invoco una sentenza per la pubblica salvezza, e non ancora ferisco con la voce coloro che era necessario fossero trucidati con la spada ! Quella notte, o Catilina, tu fosti nella casa di Lece e spartisti le parti dell’Italia, stabilisti chi e per dove dovesse partire, scegliesti coloro che avresti lasciato a Roma e coloro che avresti condotto con te, stabilisti le zone di Roma da incendiare, confermasti che tu stesso saresti uscito, dicesti che ti mancava ancora poco tempo per me di vivere.
Furono individuati due cavalieri romani che ti liberassero da questo fastidio e fossero sollecitati ad uccidermi nel mio letto poco prima dell’alba in quella medesima notte Tutte queste cose appresi appena prima che il vostro tentativo fosse attuato
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?