Cicerone si compiace di essere accomunato nelle lodi a Dolabella - versione latino
Cicerone si compiace di essere accomunato nelle lodi a Dolabella versione latino Cicerone Nuovo dalla sintassi al testo
etsi contentus eram, mi Dolabella, tua gloria satisque ex ea magnam laetitiam voluptatemque capiebam, tamen non possum non confiteri...
Cicerone saluta il console Dolabella. Benché io sia felice, Dolabella mio, della tua gloria e prenda grande diletto e gioia da essa, tuttavia non posso non confessare che si aggiunge in me con grande soddisfazione il fatto che l'opinione degli uomini generalmente mi aggiunga come compartecipe alle tue lodi.
Non ho incontrato nessuno - infatti, incontro tutti i giorni molte persone - senza che tutti, mentre ti portano al cielo con grandissime lodi, continuamente mi ringrazino.
Infatti, dicono di non dubitare che tu, seguendo i miei insegnamenti e i miei consigli, ti mostri un cittadino straordinario e un console eccezionale. Certamente Lucio Cesare, quando andai a Napoli dove era ammalato a salutarlo, sebbene fosse afflitto da dolori di tutto il corpo, tuttavia " 0 Cicerone mio - disse - mi congratulo con te perché hai tanta influenza su Dolabella;
e con il tuo Dolabella davvero sia mi congratulo sia lo ringrazio, perché soltanto lui, in verità, possiamo chiamare veramente console, dopo di te. ". Poi (diceva) che (non vi era) nulla di più bello, nulla di più nobile, nulla di più salutare per lo Stato.
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