Crudeltà di Antonio
Inizio: C. Caesar adulescens, paene potius puer, incredibili ac divina quadam mente atque virtute, cum maxime furor arderet Antoni Fine: cui tandem nostrum aut cui omnino bono pepercisset?
Caio Giulio Cesare, adolescente, o piuttosto (ancor) quasi un fanciullo, di un intelletto incredibile e, per così dire, prodigioso, quando l'insania di Antonio divampava al massimo grado e si paventava il suo ritorno da Brindisi crudele e funesto, senza che noi ne avanzassimo richiesta o lo pensassimo o neppure lo invocassimo, dal momento che si pensava di non poterlo realizzare, costui allestì un esercito invincibile di soldati dall'insuperabile categoria dei veterani dilapidando per questo motivo il proprio patrimonio: per quanto dovrei correggere il vocabolo al quale ho dovuto fare ricorso; in effetti non lo dilapidò: lo mise a disposizione per la salvezza dello Stato.
E benché non sia possibile dimostrargli tanta gratitudine quanta gli è dovuta, tuttavia è doveroso domostrare tutta quella gratitudine che il nostro animo può concepire. In effetti chi è tanto all'oscuro della situazione, chi tanto disinteressato dello Stato, il quale non si renda conto di questo, che se M. Antonio, partendo da Brindisi, avesse potuto giungere a Roma con intenzioni minacciose, forte di quelle truppe di cui riteneva di poter acquisire la disponibilità, non avrebbe rinunziato a nessun atto di crudeltà? Perché Antonio era colui che a Brindisi aveva dato l'ordine di massacrare, sotto lo stesso tetto di chi l'ospitava, i più valorosi soldati e i più ragguardevoli cittadini, il cui sangue, mentre spiravano ai suoi piedi, - come è noto - era andato a schizzare fin sul volto della moglie!
Quando, l'anima imbevuta di tali atrocità, fosse giunto a Roma inferocito contro tutti i buoni cittadini assai più che con quegli altri che pur aveva trucidato, qual'era fra noi il senatore, quale in generale il galantuomo che Antonio avrebbe risparmiato?
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?