Epistulae ad familiares I 7 e 8 (Al proconsole Lentulo) Cicerone
Cicerone - Epistulae ad familiares I 7 e 8
(Al proconsole Lentulo)
Te vero moneo et oro cum beneficiis tuis, tum amore incitatus meo, ut omnem gloriam, ad quam a pueritia inflammatus fuisti, omni cura atque...
Io dunque ti esorto e scongiuro, spinto sia dai tuoi favori (per me), sia soprattutto dal mio affetto (nei tuoi confronti)
ad aspirare con ogni sforzo e operosità a tutta la gloria alla quale fin da giovane ti sentivi sospinto con tanto ardore e di non permettere che alcuna ingiustizia pieghi la grandezza del tuo animo che io ho sempre ammirato e apprezzato. Grande è la stima che gli uomini hanno di te, grande è l'ammirazione della liberalità grande è il ricordo del tuo consolato.
Certamente tu intuisci quanto maggiore rilievo e splendore avranno questi elogi quando se ne aggiungeranno molti altri per il tuo governo nella provincia. Tuttavia mentre voglio che tu faccia tutto ciò che devi fare con l'esercito e nell'esercizio del tuo comando desidero anche tu rifletta bene in anticipo sul tuo futuro qui: preparati per questo, pensa a questo, esercitati a questo e renditi conto dato che è ciò che hai sempre sperato, non dubito che una volta conseguitolo, tu ne abbia coscienza, che puoi ottenere senza alcuna difficoltà il più grande e il più alto posto nella cittadinanza
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