Gli abitanti di Sparta e di Cirene hanno la lingua tagliente
Lacedaemonius quidam cuius ne nomen quidem proditum est ... Fine: mea quidem cura non est, humine an sublime putescam.
Uno Spartano del quale non è stato tramandato neanche il nome, disprezzò a tal punto la morte che, mentre vi veniva portato (a morte), condannato dagli efori, e poiché era di volto sorridente e lieto e un suo nemico gli aveva detto:
"Disprezzi le leggi di Licurgo?" rispose: "Anzi io ho una grandissima gratitudine verso di lui, che mi ha punito con una pena tale che posso scontare senza contrarre un prestito". 0 uomo degno di Sparta!
Un altro, dopo che un nemico Persiano gli aveva detto, gloriandosi, in un colloquio: "Non vedrete il solo per il gran numero di giavellotti e frecce", disse: "Dunque combatteremo all'ombra". Non dovremmo forse ammirare Teodoro di Cirene, filosofo non sconosciuto?
Poiché il re Lisimaco gli minacciava la croce, rispose: "Minaccia queste cose orribili ai tuoi cortigiani: a me non importa davvero di imputridire a terra oppure all'aria aperta"
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