Il magistrato e la legge - COTIDIE LEGERE Cicerone versione latino
Il magistrato e la legge
versione latino Cicerone Dal libro Cotidie legere
Videtis igitur magistratus hanc esse vim, ut praesit praescribatque recta et utilia et coniuncta ...fine: ...magistratibus, sed etiam ut eos colant diligantque praescribimus.
Voi vedete dunque conto che questa è l'essenza del magistrato, di sovraintendere e dare prescrizioni giuste ed utili, nonché in armonia con le leggi.
Come infatti le leggi stanno al di sopra dei magistrati, così i magistrati stanno al di sopra del popolo, e si può dire veramente che il magistrato è una legge parlante, la legge invece è un magistrato muto. Nulla inoltre è tanto conforme al diritto ed alla disposizione della natura - quanto il potere; senza di esso infatti né la famiglia, né lo Stato, né la nazione, né il genere umano, né tutta la natura, né il mondo stesso potrebbero sussistere; C'è dunque necessità di magistrati, perché senza la loro saggezza e diligenza non potrebbe sussistere uno Stato, e sulla loro distribuzione si fonda tutta la gestione dello Stato.
E occorrerà stabilire non soltanto per essi un limite al loro potere, ma anche per i cittadini un limite all'obbedienza. Infatti chi ben comanda, dovrà un giorno o l'altro obbedire, e chi obbedisce con giudizio, può sembrare degno di assumere un giorno il potere.
E' necessario pertanto che chi obbedisce abbia la speranza di poter un giorno comandare, e colui che comanda rifletta che tra breve dovrà obbedire. Ma non solo prescriviamo che i cittadini siano sottomessi e obbediscano ai magistrati, ma anche che li onorino e li amino
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