Il rapporto del saggio con il piacere e il Dolore - Cicerone versione latino

Il rapporto del saggio con il piacere e il Dolore
versione latino Cicerone

Nonnulli, quibus ego assentior, cum a philosophis compluribus permulta dicantur, cur nec voluptas in bonis sit numeranda nec in malis...

Alcuni, con il quale io concordo, affermano con parecchi filosofi molte cose, perché il piacere non sia da contare nel bene e il dolore nel male, non reputano necessario che confidiamo molto nelle cause, ma che debba essere discusso con ricercato interesse sulla volontà; e sul dolore, argomentando, discorrendo accuratamente.

Ma affinché vediate donde sia sorto tutto questo errore di coloro che accusano il piacere e lodano il dolore, chiarirà tutta la questione e spiegherà le idee espresse da quello scopritore della verità;

e vorrei dire architetto della felicità nella vita. Nessuno infatti disdegna, odia o fugge il piacere in se perchèè piiacere ma perché sono colpiti da grandi dolori coloro che non sanno perseguire il piacere razionalmente; e viceversa non c'è nessuno che ama, insegue, vuol raggiungere il dolore in sè perché è dolore ma perché talvolta capitano circostanze tali per cui con il travaglio e il dolore si cerca qualche grande piacere.

Per venire a casi di minima importanza, chi di noi intraprende un esercizio fisico faticoso se non per ottenere da esso qualche vantaggio? Chi d'altra parte avrebbe ragione di biasimare chi vuol provare quel piacere a cui non segue fastidio alcuno, o chi fugge quel dolore che non produce nessun piacere?

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