L'oratore è anche sapiente
Namque egomet, qui sero ac leviter Graecas litteras attigissem, tamen cum pro consule in Ciliciam proficiscens venissem Athenas, nonnulos...
Benchè io abbia raggiunto troppo tardi e superficialmente le lettere greche, tuttavia quando sono arrivato ad Atene, mi sono allora fermato li alcuni giorni mentre andavo a titolo di console in Cilicia, mi avevano obbligato a fermarmi in quella città alcuni giorni; ma, poiché ogni giorno avevo con me uomini assai istruiti, quegli stessi per lo più che da te prima sono stati nominati, poiché si era sparsa presso di loro la voce non so in che modo che io ero solito trattare cause di maggiore importanza come hai l'abitudine di fare tu, ciascuno, come poteva, dissertava sul compito e sul metodo dell'oratore.
Alcuni di costoro, tra i quali questo stesso Mnesarco, dicevano che coloro che noi chiamavamo oratori non sono stati altro che dei mestieranti, forniti di lingua veloce e addestrata: che è un oratore se non chi è saggio e che la stessa eloquenza che consiste nella conoscenza e nel parlare bene è per così dire una virtù e chi ha una sola virtù ha tutte le virtù ed esse sono uguali e pari tra loro. Così chi è eloquente ha tutte le virtù ed è saggio.
Ma questo era un ragionamento veramente cavilloso e arido, e discordava dai nostri modi di pensare.
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