Lo stato è necessario per vivere virtuosamente
Nec vero habere virtutem satis est quasi artem aliquam nisi utare; etsi ars quidem, cum ea non utare, scientia tamen ipsa teneri potest,...
In verità non è sufficiente possedere la virtù, come una qualche arte, se tu non la usi; anche se un'arte, quando non la usi, può essere conservata per la sua stessa scienza, la virtù consiste tutta nell'uso che se ne fa; ed il suo uso più alto è il governo di un popolo, e il perfezionamento nei fatti, non a parole, di quelle stesse pratiche di cui costoro fanno un gran parlare negli angoli. Infatti niente viene detto dai filosofi, per lo meno ciò che viene detto in modo giusto ed onesto, che non sia stato prodotto e confermato da coloro dai quali sono state scritte le leggi per i cittadini.
Da dove nasce infatti il senso della devozione, o da chi la religione? Da dove il diritto delle genti o quello stesso che si chiama (diritto) civile? Donde (nascono) la giustizia, la lealtà, l'equità? Donde il pudore, la continenza, l'odio della turpitudine, il desiderio della gloria e dell'onestà?
Donde la fortezza nelle fatiche e nei pericoli? Certo da coloro che queste virtù, (dopo averle) ispirate (agli uomini) con le (loro) dottrine, alcune (le) confermarono con i (loro) comportamenti, ed altre (le) sancirono con le leggi.
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