Pro Archia 28, 29, 30
Nullam virtus aliam mercedem laborum periculorumque desiderat praeter eam laudis et gloriae: qua quidem detracta, iudices, quid est quod in hoc tam exiguo vitae curriculo et tam brevi tantis nos in laboribus exerceamus?
Traduzione letterale ad uso scolastico
La virtù non desidera alcun'altra ricompensa per gli sforzi e i pericoli (degli sforzi e pericoli) se non quella della lode e della gloria: eppure sottratta questa, giudici, cosa c'è che noi dovremmo esercitare (praticare) in questo così esiguo e breve percorso di vita tra tante fatiche?
Certamente, se l'animo non presagisse nulla per l'avvenire e se, nelle regioni (nei limiti, nei confini) in cui lo spazio di vita è circoscritto, in queste stesse avessero fine tutte le proprie meditazioni, non s'infrangerebbe in tante fatiche e né sarebbe oppresso da tante preoccupazioni e veglie né combatterebbe tante volte per la stessa vita. Ora se ne sta seduta sull'ottimo anche una certa virtù, che giorno e notte incita con stimoli l'animo alla gloria e e ammonisce,
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