Servilismo di Antonio - Versione latino di Cicerone
Servilismo di Antonio versione di latino di Cicerone
Sed ne forte ex multis rebus gestis M. Antoni rem unam pulcherrimam transiliat oratio, ad Lupercalia veniamus....
Ma affinché il mio discorso, tra le tante imprese di Antonio, non lasci proprio la più bella, veniamo a Lupercali.
Non finge, o senatori, sembra essere scosso: suda, impallidisce. Faccia ciò che gli pare, purché non vomiti, csa che fece nel portico Minucio. Quale può essere la difesa di tanta turpitudine? Sono bramoso di ascoltare, affinché io veda dove siano andate a finire la ricompensa così lauta del suo maestro di retorica, dove appaiano i frutti della tenuta di Lentini. Il tuo collega sedeva sulle tribune, avvolto in una toga purpurea, su un trono dorato, incoronato.
Sali, ti avvicini al trono, - la tua carica di Luperco era tale da non dover farti dimenticare che eri anche un console -. In tutto il foro risuonò un gemito. Donde il diadema? Non l'avevi trovato a terra, gettato via da qualcuno, l'avevi portato da casa. fu un misfatto premeditato e intenzionale. Tu collocavi in mezzo al cordoglio il diadema, egli fra le acclamazioni lo rifiutava, Quindi tu, scellerato, tu solo sei stato trovato che, essendo promotore del regno e volendo avere come padrone colui che avevi come collega, tu stesso provassi cosa potesse sopportare e soffrire il popolo rpmano.
E cercavi di attirare anche la misericordia; ti gettavi supplice ai suoi piedi, chiedendo cosa? di farci sevire. Per te solo, che avevi vissuto fin da piccolo in modo tale da sopportare ogni cosa, da servire senza soffrirne, avresti dovuto chiederelo. Di certo non avevi quell'incarico da noi o dal popolo romano
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