Tra repubblicani - VERSIONE latino di Cicerone
Tra repubblicani
Autore: Cicerone
M. CICERO S. D. D. BRUTO
Exspectanti mihi tuas quotidie litteras Lupus noster subito denuntiavit, ut ad te scriberem, si quid vellem.
Ego autem, etsi, quid scriberem, non habebam--acta enim ad te mitti sciebam, inanem autem sermonem litterarum tibi iniucundum esse audiebam--, brevitatem secutus sum te magistro. Scito igitur in te et in collega spem omnem esse. De Bruto autem nihil adhuc certi; quem ego, quemadmodum praecipis, privatis litteris ad bellum commune vocare non desino: qui utinam iam adesset! intestinum urbis malum, quod est non mediocre, minus timeremus. Sed quid ago? non imitor laxvnism?n tuum: altera iam pagella procedit.
Vince et vale.
Cicerone saluta il suo carissimo Bruto.
Il nostro Lupo mi invoglia a scriverti, mentre io sono in attesa delle tue lettere, ogni giorno. Io, invece (ti scrivo) sebbene non abbia nulla da comunicarti - so infatti che i resoconti ti sono stati inviati e so anche per sentito dire che non gradisci lo stile epistolare fine a se stesso[Cicerone vuol dire che Bruto non apprezza lettere vuote di contenuto e piene solo di parole - sarò conciso, come tu m'insegni. Sappi dunque che in te e nel tuo "collega" riposta ogni speranza.
Di Bruto [ non ho niente di certo; io (comunque), da avventato come sono, non smetto di spingerlo ad una lotta comune con lettere ufficiose: ah, magari fosse giò qui! Temerei di meno il male intestino dello stato, che non è mediocre! Ma cosa sto facendo? Non sto perseguendo il tuo "laconismo": già un'altra pagina spunta (sta prendendo vita), : dunque non scriverò oltre. Fatti valere e stammi bene.
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?