Un dono rifiutato
Incipit: Insula est Melita, iudices, satis lato a Sicilia mari periculosoque diiuncta; in qua est eodem nomine oppidum, Fine: re cognita reportandos reponendosque curasse.
Malta, o giudici, è un'isola separata dalla Sicilia da un un tratto di mare molto ampio e pericoloso (per la navigazione);
in cui si trova una città con lo stesso nome, nella quale (costui) Verre non ha mai messo piede, ma che tuttavia è stata per lui durante il triennio in cui ha governato un laboratorio di tessitura per confezionare abiti da donna. Su un promontorio non lontano dalla città sorge un antico santuario di Giunone, che fu sempre circondato da una venerazione così profonda da non aver mai perso il suo carattere sacro e inviolabile non solo durante i ben noti eventi delle guerre puniche, che furono combattute con gran dispiegamento di forze navali e si svolsero praticamente in questi luoghi, ma anche da parte da questa moltitudine di predoni che attualmente infestano i mari. Anzi, a tale riguardo si ricorda questo episodio;
che un giorno approdata in quella località una flotta del re Messinissa, l'ammiraglio regio avesse sottratto dal santuario delle zanne d'avorio di dimensioni incredibili e che le avesse portate in Africa e donate a Massinissa. Il re, sulle prime, si era rallegrato per il dono; ma poi, quando era venuto a sapere da dove provenissero, aveva mandato immediatamente una qunquereme con persone di sua fiducia che rimettessero le zanne al loro posto.
E per questo su di esse fu riprodotta un'iscrizione in lingua punica la quale recitava che il re Massinissa le aveva ricevute senza essere al corrente dei fatti ma che, conosciutili, si era preoccupato che fossero riportare indietro e ricollocate al loro posto
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