Un furto sacrilego e un innocente accusato

Ornatus pagina 185 numero 119

Inizio: Sacrarium Cereris est apud Catinensis eadem religione qua Romae, qua in ceteris locis, qua prope in toto orbe terrarum. Fine: Itur in consilium; servus ille innocens omnibus sententiis absolvitur, quo facilius vos hunc omnibus sententiis condemnare possitis da Cicerone

Gli abitanti di Catania hanno un sacrario di Cerere che nella loro città gode di un culto uguale a quello che gli è tributato a Roma e in tutte le altre località e, si può dire, in tutto quanto il mondo.

Nella parte più interna di quel sacrario si trovava un'antichissima statua di Cerere, che le persone di sesso maschile non solo non conoscevano nel suo aspetto fisico, ma di cui ignoravano persino l'esistenza. Infatti a quel sacrario gli uomini non possono accedere: la consuetudine vuole che la celebrazione dei riti sacri avvenga per mezzo di donne sia maritate che nubili. Di notte e di nascosto gli schiavi di Verre portarono via questa statua da quel luogo dove la solennità del culto risaliva alla più veneranda antichità. Il giorno dopo le sacerdotesse di Cerere e le sovrintendenti di quel santuario, donne piuttosto anziane di specchiata virtù e di famiglia illustre, denunciano l'accaduto alle autorità di Catania.

A tutti il fatto appariva doloroso, vergognoso, un vero e proprio lutto cittadino. Allora Verre, vivamente preoccupato dell’enormità del fatto, vuole allontanare da sé il sospetto di quell’azione scellerata e dà a un suo ospite l’incarico di trovare un accusato di comodo e di farlo condannare sotto quell'imputazione per non esserne imputato proprio lui. Senza frapporre tempo in mezzo, appena partito Verre da Catania, viene denunciato uno schiavo; segue regolare incriminazione nonché produzione di falsi testimoni a carico. In base alle leggi catanesi il giudizio era affidato al consiglio riunito al completo.

Vengono citate le sacerdotesse e interrogate in udienza a porte chiuse sull'accaduto e sulle modalità del furto. Rispondono di aver visto nel tempio degli schiavi del governatore. La cosa, anche se già da prima non era oscura, in seguito alla deposizione delle sacerdotesse si fece subito chiarissima. Si passa alla votazione, e quello schiavo innocente viene assolto all'unanimità perché sia più facile a voi emettere all'unanimità sentenza di condanna a carico di questo nostro imputato.

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