Un tiranno non ha veri amici - Versione Latino Cicerone LEXIS 2
Un tiranno non ha veri amici
Autore: Cicerone
Versione da LEXIS 2
lexis 2 lezioni di lingua latina pag 179
Haec enim est tyrannorum vita nimirum, in qua nulla fides, nulla caritas, nulla stabilis benevolentiae potest esse fiducia, omnia semper suspecta atque sollicita, nullus locus amicitiae.
Quis enim aut eum diligat quem metuat, aut eum a quo se metui putet? Coluntur tamen simulatione dumtaxat ad tempus. Quod si forte, ut fit plerumque, ceciderunt, tum intellegitur quam fuerint inopes amicorum. Quod Tarquinium dixisse ferunt, tum exsulantem se intellexisse quos fidos amicos habuisset, quos infidos, cum iam neutris gratiam referre posset. Quamquam miror, illa superbia et importunitate si quemquam amicum habere potuit.
Atque ut huius, quem dixi, mores veros amicos parare non potuerunt, sic multorum opes praepotentium excludunt amicitias fideles.
Questa è la vita dei tiranni, vita che ignora completamente lealtà, affetto e fiducia in un legame durevole. Tutto desta sospetti e angosce, non vi è spazio per l'amicizia. Chi, allora, potrebbe amare una persona di cui ha paura o a cui pensa di ispirarne? Eppure i tiranni sono riveriti, ma da chi finge, e solo per un tempo limitato. Se mai cadono, come succede generalmente, allora viene a galla quanto fossero poveri di amici.
È quello che, secondo la tradizione, ammise Tarquinio il giorno dell'esilio: riconobbe gli amici fedeli e quelli infedeli solo nel momento in cui non poteva più ripagare né gli uni né gli altri. È strano, comunque, che abbia potuto avere un solo amico, con la sua superbia e crudeltà! Ma se il suo carattere non poté procurargli veri amici, allo stesso modo le ricchezze impediscono a molti potenti di avere amicizie fedeli
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