Verre il ladro dei ladri - E.T. - Versione latino Cicerone
Verre il ladro dei ladri Cicerone
Versione latino E. T. Esperienze di Traduzione
pagina 197 numero 4
Quaerimus etiam quid iste in ultima Phrygia, quid in extremis Pamphyliae partibus fecerit, qualis in bello praedonum praedo ipse fuerit qui in foro populi Romani pirata nefarius reperiatur?...
Dobbiamo ancora indagare che cosa costui abbia fatto nella lontanissima Frigia, nelle zone più remote della Panfilia, che razza di brigante sia stato egli stesso nella guerra contro i briganti, quando in pieno foro romano egli si rivela uno scellerato pirata? Possiamo dubitare dei suoi maneggi per impadronirsi della preda dei nemici, dal momento che si procurò un così grosso bottino dal bottino di Lucio Metello, e appaltò l'imbiancatura di quattro colonne per una cifra superiore a quella spesa da Metello per erigerle tutte?
Dovremmo aspettare le deposizioni dei testi venuti dalla Sicilia? Chi ha mai alzato gli occhi su quel tempio senza essere testimone della tua avidità, dell'ingiustizia da te commessa, della tua audacia? Chi ha percorso il cammino della statua di Vertumno al Circo Massimo senza che ogni passo gli richiamasse alla mente la tua avidità? Sulla manutenzione di questa via per la quale passano i carri trionfali hai lucrato in modo tale che ora non osi percorrerla.
C'è qualcuno che possa pensare che sia stato mite con gli alleati, quando un braccio di mare ti divideva dall'Italia, tu che hai voluto che il tempio di Castore fosse testimone dei tuoi furti? Quel tempio che il popolo romano vede ogni giorno, i giudici lo vedranno anche quando pronunceranno la sentenza su di te.
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?