Accuse contro Cabria (Versione Latino Nepote) Nova Lexis
Accuse contro Cabria
Autore: Cornelio Nepote
Tum praefecti regis Persae legatos miserunt Athenas questum, quod Chabrias adversum regem bellum gereret cum Aegyptiis....
Allora i satrapi del re persiano inviarono ambasciatori ad Atene a protestare del fatto che Cabria conducesse la guerra insieme agli Egiziani contro il re. Gli Ateniesi fissarono a Cabria un giorno, entro il quale se non fosse tornato in patria, gli notificarono che lo avrebbero condannato alla pena capitale.
A questo messaggio egli ritornò ad Atene, ma non rimase là più a lungo di quanto fu necessario. I suoi concittadini infatti non lo vedevano di buon occhio: viveva sfarzosamente e si dava troppo alla bella vita perché potesse sfuggire al mal volere della gente.
E' questo vizio comune a tutti gli Stati grandi e liberi, che l'invidia sia compagna della gloria e che volentieri screditino coloro che vedono levarsi troppo in alto e che i poveri non guardino con animo sereno la fortuna degli altri che sono ricchi. E così Cabria, finché le circostanze glielo permettevano, se ne stava assente il più a lungo possibile.
E non era lui solo a stare volentieri lontano da Atene: fecero lo stesso pressoché tutti i capi, perché ritenevano che sarebbero stati lontani dalla invidia nella misura in cui fossero stati lontani dai loro concittadini. Così Conone visse per lo più a Cipro, Ificrate in Tracia, Timoteo a Lesbo, Carete al Sigeo
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