Agesilao re obbediente alla patria e rispettoso degli dei - Cornelio Nepote versione latino

Agesilao re obbediente alla patria
e rispettoso degli dei
Versione di latino di Cornelio Nepote
LIBRO LATINO 1

Cum Agesilaus iam renovaturus erat bellum in Persas et in ipsum regem, nuntius ei Lacedaemone venit ephororum missu, qui nuntiaret bellum Athenienses et Boetos indixisse Lacedaemoniis et regi imperaret ut domum remearet.

Tum eluxit illius et erga patriam pietas et virtus bellica: qui, cum victori praeesset exercitui magnamque haberet fiduciam ut regnum Persarum devinceret, tanta modestia fuit iussis magistratuum qui gloriae suae salutem patriae anteposuerit. Cum iam non longe abesset a Peloponneso, obstiterunt ei Athenienses et Boeotii ceterique eorum socii apud Coroneam: quos omnes gravi proelio vicit. Huius victoriae praecipua fuit laus quod, cum plerique ex fuga se in templum Minervae coniecissent, ille, qui aliquot vulnera accepisset eo proelio et magno dolore afficeretur, tamen iram suam et suorum erga hostes retineret et eos prohiberet violari. Neque vero hoc solum in Graecia fecit, ut templa deorum sancta haberet, sed etiam apud barbaros, ubicumque venerat, summa religione omnia simulacra arasque conservavit.




Quando Agesilao stava per rinnovare la guerra contro i persiani e contro lo stesso re, venne da lui un nunzio lacedemone mandato dagli efori, affinché annunciasse che gli ateniesi e i beozi avevano proclamato guerra agli spartani e ordinasse al re di tornare in patria. Allora brillò la sua virtù bellica e pietà verso la patria: quello, essendo a capo dell'esercito vincitore e avendo grande fiducia di sconfiggere il regno persiano, fu di tanta modestia agli ordini dei magistrati che anteposo alla sua gloria la salvezza della patria. Non essendo già molto lontano dal peloponneso, si opposero a quello gli ateniesi e i beozi e gli altri loro alleati presso coronea: vinse tutti quelli in un pesante scontro.

Grande fu la gloria di questa vittoria, per il fatto che, essendosi molti rifugiati dalla fuga nel tempio di Minerva, quello, avendo ricevuto molte ferite in quello scontro e essendo afflitto da grande dolore, tuttavia trattenne la sua ira verso i nemici e proibì che fossero violati. E non in verità fece solo questo in grecia, per mantenere sacri i templi degli dei, ma anche presso i barbari, e dovunque era venuto, conservò con sommo rispetto tutti i simulacri e altar i.

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