Alcibiade, richiamato in patria dalla Sicilia, si rifugia a Sparta, per evitare una condanna

Autore: Cornelio Nepote
Postquam in Siciliam Alcibiadem Athenienses pervenisse crediderunt, absentem, quod sacra violasset (sotto l'accusa di avere violato i misteri), reum fecerunt.

Quae de re cum ei nuntius a magistratu in Siciliam missus esset, ut domum ad causam dicendam rediret, essetque in magna spe provinciae (l'incarico) bene administrandae, non parere noluit et in triremem, quae ad eum erat deportandum missa, ascendit. Hac Thurios in Italiam pervectus, multa secum reputans de immoderata civium suorum licentia crudelitateque erga nobiles, utilissimom ratus impendentem evitare tempestatem, clam se ab custodibus subduxit et inde primum Elidem, dein Thebas venit. Postquam autem se capitis damnatum bonis publicatis audivit, et, id quod nunquam antea usu venerat, Eumolpidas sacerdotes a populo coactos ut se devoverent (a maledirlo), eiusque devotionis quo testatior esset memoria, exemplum in pola lapidea incisum esse positum in publico, Lacedaemonem demigravit.

quando ritennero che fosse giunto in Sicilia, lo accusarono assente di aver profanato i misteri. Per questo gli fu spedito in Sicilia un messo dal magistrato, con l'ordine di ritornare per difendersi ed egli, che nutriva molte speranze di poter adempiere bene alla sua missione, non volle disubbidire e si imbarcò su una trireme mandata apposta per riportarlo. Arrivato con questa a Turii in Italia, riflettendo molto tra sé e sé sulla licenza senza freno dei suoi concittadini e sulla loro crudeltà contro i nobili, ritenne la soluzione migliore di evitare l'imminente tempesta, e quindi si sottrasse di nascosto ai suoi guardiani e da lì andò prima nell'Elide, poi a Tebe.

Quando poi venne a sapere di essere stato condannato a morte, alla confisca dei beni e, cosa che accadeva spesso, che i sacerdoti Eumolpidi erano stati costretti dal popolo a scomunicarlo e una copia della scomunica, perché ne rimanesse più sicura memoria, incisa su una colonnetta di pietra, era stata esposta in pubblico, se ne andò a Sparta

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