Attico si lascia morire (Versione latino Nepote)
Attico si lascia morire
Autore: Cornelio Nepote
Hac oratione habita tanta constantia vocis atque vultus, ut non ex vita, sed ex domo in domum videretur migrare, cum quidem Agrippa eum...
Pronunciò siffatte (queste) parole con tanta fermezza di voce e di volto da sembrare che migrasse non dalla vita, ma da una dimora ad un'altra, mentre Agrippa piangendo e baciandolo lo pregava e lo scongiurava che non affrettasse a sé quello che la natura imponeva e, poiché anche allora poteva superare la crisi, si mantenesse per sé e per i suoi; ma egli rese vane le sue preghiere con la sua taciturna ostinazione.
.Così non prese cibo per due giorni e d'improvviso la febbre sparì e la malattia cominciò a migliorare; ma non per questo rinunziò a mandare ad effetto il suo proponimento. Così cinque giorni dopo aver preso quella decisione, il giorno prima delle calende di aprile, essendo consoli Gn. Domizio e Gaio Sosio, spirò.
Fu portato al funerale su una lettiga comune, come aveva egli stesso indicato, senza alcuna pompa funebre, accompagnato da tutti i buoni, tra la folla innumerevole del volgo. Fu sepolto lungo la via Appia, al quinto miglio, nel monumento di Q. Cecilio, suo zio materno.
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