Consolato e censura di Catone (versione latino littera litterae)
Consolato e censura di Catone
Autore: Cornelio Nepote littera litterae
Consul fuit cum L. Valerio Flacco, cum sorte provinciam habuisset Hispaniam citeriorem, exque ea triunphum deportavit....
Catone fu console con Valerio Flacco, dopo che ebbe in sorte la provincia della Spagna Citeriore e da questa riportò un trionfo.
Poiché si trattenava là troppo a lungo, Publio Sipione Africano console per la seconda volta, durante il cui primo consolato era stato questore, decretò di allontanarlo dalla provincia e di succedergli egli stesso e non poté ottenere ciò per mezzo del senato, nonostante Scipione avesse certamente il potere nella città, poiché allora i Romani amministravano lo stato non con il potere ma con il diritto.
Per questo motivo essendosi adirato contro il senato e dopo aver terminato il consolato, rimase in città come privato cittadino. Però Catone, censore con lo stesso Flacco, fu a capo severamente di questa magistratura. Infatti sia punì molti nobili sia aggiunse molte novità nella legge affinché i Romani reprimessero il lusso che già allora cominciava a diffondersi.
Per circa ottant'anni, fino all'età estrema a partere della giovinezza, non cessò di suscitarsi inimicizie a causa dello Stato. Nonostante molti avessero tentato di danneggiarlo non solo non patì nessun danno, ma finché visse crebbe nella lode delle sue virtù
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