Detenzione preventiva per Milziade - Libro Verba et Voces versione latino Cornelio Nepote

Cornelio Nepote traduzione libro verba et voces

Miltiades multum in imperiis magistratibusque versatus, non videbatur posse esse privatus, praesertim cum consuetudine ad imperii cupidiatem trahi videretur....

Molto abile nel comando e negli incarichi pubblici, Milziade non sembrava poter essere un privato, soprattutto perché sembrava essere attratto dalla cupidigia di potere.

Infatti nel Chersoneso, in tutti gli anni nei quali aveva abitato, aveva avuto continuamente il potere, era stato chiamato tiranno, ma giusto. Non l'aveva infatti ottenuto con la forza, ma per volontà dei suoi, e temperava quel potere con la bontà (oppure: esercitava quel potere con bontà).

Tutti infatti lo definivano e lo ritenevano tiranno, che ha (lett. hanno) potere perpetuo in quella città che è abituata alla libertà/che gode della libertà. Ma Milziade aveva, insieme ad una suprema umanità anche una così mirabile affabilità, che nessuno era tanto umile che egli non gli aprisse la porta (che non aprisse la porta ad alcuno per quanto fosse di umile condizione); di grande autorità verso tutte le città, nobile di nome/fama, del più grande valore militare.

Considerando a fondo queste caratteristiche il popolo preferì vederlo punito senza colpa piuttosto che temerlo più a lungo.

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