La vecchiaia di Timoleonte (Versione latino Nepote)
La vecchiaia di Timoleonte
Autore: Cornelio Nepote
Timoleon cum aetate iam provectus esset, sine ullo modo morbo lumina oculorum amisit....
Timoleonte, quando era ormai in età avanzata, senza alcuna malattia apparente, perse la vista, disgrazia che sopportò con tanta serenità che nessuno lo udì mai lamentarsene e che non gli impedì di essere meno sollecito negli affari pubblici o privati.
. A causa di tale infermità si recava nel teatro in cui si tenevano le adunanze del popolo sopra un carro tirato da due cavalli e così, dall'alto di esso, esponeva le sue idee. E questo non era ritenuto da nessuno atto di superbia, perché dalla sua bocca non uscì mai nulla di arrogante o borioso.
. E anche quando udiva altri tessere le sue lodi soggiungeva solo che egli doveva essere serenamente grato agli dei che, decisi a rialzare le sorti della Sicilia, proprio a lui ne avevano conferito l'incarico. Era infatti suo intimo convincimento che niente avviene che non sia preordinato dagli dei: perciò in casa sua aveva consacrato un tempietto alla Automatia e lo venerava con grande devozione.
. Una circostanza particolarmente straordinaria si accompagnava alle doti eccezionali di quest'uomo: tutte le più importanti battaglie egli le combattè nel giorno del suo compleanno, tanto che la Sicilia considerò poi quel giorno come festivo.
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