Semplicità di Trasibulo (Versione latino Nepote)
Semplicità di Trasibulo
Autore: Cornelio Nepote In Itinere
Huic pro tantis meritis honoris causa corona a populo data est, facta duabus virgulis oleangis.
Quam quod amor civium et non vis expresserat, nullam habuit invidiam magnaque fuit gloria. Bene ergo Pittacus ille, qui septem sapientum numero est habitus, cum Mytilenaei multa milia iugerum agri ei muneri darent, <>, inquit <> Nam parva munera diutina, locupletia non propria esse consuerunt. illa igitur corona contentus Thrasybulus neque amplius requisivit neque quemquam honore se antecessisse extimavit. Hic sequenti tempore, cum praetor classem ad Ciliciam appulisset neque satis diligenter in castris eius agerentur vigiliae, a barbaris ex oppido noctu eruptione facta in tarbenaculo interfectus est.
A costui per i così grandi meriti fa data dal popolo una corona d’onore, fatta di due ramoscelli d’ulivo: e poiché l’aveva espresso l’amore dei concittadini e non la forza, non suscitò alcuna invidia e grande fu al gloria.
Bene dunque disse quel famoso Pittaco, che fu ritenuto nel numero dei sette sapienti, quando i Mitilenei gli davano in dono molte migliaia di iugeri di terreno, “Non vogliate, vi prego, dare a me, ciò che molti invidierebbero, parecchi pure desidererebbero. Perciò tra codesti non voglio più di cento iugeri, che dichiarino sia la mia equanimità sia la vostra volontà.
Infatti i piccoli doni furono soliti essere duraturi, i ricchi non stabili. ” Perciò Trasibulo contento di quella corona né chiese di più né credette che alcuno l’avesse superato in onore. Costui in un tempo successivo quale comandante avendo sbarcato la flotta in Cilicia e non essendosi svolti abbastanza diligentemente le veglie nei suoi accampamenti, fatta una sortita di notte dalla città fu ucciso dai barbari nella tenda.
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