Alessandro in Cilicia - NOVA LEXIS - Versione Curzio Rufo
Versione da Nova lexis n. 11 pag. 318
Cydnus est flumen memorabile non spatio aquarum, sed liquore. Leni tractu e fontibul labitur, nec torrentes in eo incurrunt, quibus placidus alveus turbetur....
Il fiume Cidno è famoso non per la sua distesa delle sue acque ma (anche) per la sua limpidezza.
Scorre dalle fonti con flusso dolce, e non si gettano in esso torrenti, dai quali il suo placido alveo sarebbe turbato. Perciò intatto e allo stesso tempo freddissimo e ombreggiato dalla folta vegetazione delle rive, ovunque simile alle sue fonti, finisce in mare. Il passare del tempo aveva eroso molti monumenti in quella regione, noti grazie a odi. Vi si mostravano le sedi delle città, la caverna di Tifone e il bosco di Corico, dove cresce lo zafferano.
Alessandro, dopo aver esaminato la posizione dei luoghi, si compiacque della sua fortuna. Poichè era estate ed un'ora caldissima del giorno, il re, coperto di polvere e di sudore, era allettato dalla limpidezza del fiume a purificare il corpo accaldato.
Pertanto s'immerse nel fiume. Ma appena entrò nell'acqua, tutto il corpo fu abbandonato dal calore vitale e per poco non morì
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