Un prodigio distoglie Alessandro dall'Assedio di Gaza - Versione latino Curzio Rufo

Versione da Corso di lingua latina n. 27 pag. 129

Receptui signo dato, postero die muros corona circumdari iussit, ortoque sole, priusquam admoveret exercitum, opem deum exposcens, sacrum patrio more faciebat....

Passando per caso un corvo in volo improvvisamente lasciò cadere una zolla che portava fra gli artigli; questa, essendo caduta sulla tesa del re, sbriciolatasi scivolò a terra mentre lo stesso uccello si posò sulla torre più vicina.

La torre era cosparsa di bitume e zolfo, e poiché le ali rimasero attaccate su di essa, , avendo tentato invano di sollevarsi, fu preso dagli astanti.

Il fatto fu ritenuto di merito che su di esso si esprimesse un indovino ed inoltre era di una mente non libera da superstizione. Dunque Aristandro, al quale si dava massimo credito, (disse che) certamente da quel prodigio era preannunciata la distruzione della città, inoltre c’era pericolo che il re ricevesse una ferita;

pertanto consigliò che quel giorno il re non intraprendesse nulla. Quello obbedì all’indovino e diede il segnale per la ritirata.

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