Erodoto Storie libro VI paragrafo 109 - LIBRO VI passim 109

Erodoto, sesto libro, paragrafo 109
Opera le storie di Erodoto

Τοίσι δε Αθηναίων στρατηγοίσι εγίνοντο δίχα αι γνώμαι, των μεν ουκ εώντων συμβαλείν ολίγους γαρ είναι στρατιή τη Μήδων συμβαλείν, των δε και Μιλτιάδεω κελευόντων....

TRADUZIONE

Gli strateghi ateniesi avevano pareri discordanti, alcuni non permettendo di scontrarsi (infatti erano pochi per scontrarsi contro l'esercito dei Medi), altri, anche Milziade, invitavano a farlo.

Dal momento che i pareri erano discordanti e prevaleva il peggiore (dei pareri), infatti era undicesimo a votare colui che aveva ottenuto la carica di Polemarco degli Ateniesi per mezzo della fava (infatti anticamente gli Ateniesi ritenevano il Polemarco uguale agli strateghi nel diritto di voto), era in quel tempo Polemarco Callimaco di Afidna, essendo Milziade andato da questo, diceva ciò: "Ora, Callimaco, sta a te rendere schiava Atene o, dopo averla resa libera, lasciare un ricordo per tutta la vita degli uomini, come neppure Armodio e Aristogitone hanno fatto: ora infatti da quando ci sono, gli Ateniesi sono giunti al momento di maggiore pericolo, e qualora si sottomettano ai Medi, sono già chiare le cose che patiranno, essendo consegnati ad Ippia, qualora invece questa città abbia il sopravvento, è possibile che diventi la prima fra le città greche.

Come, dunque, è possibile che queste cose accadano così? E com'è possibile che spetti a te avere il potere su queste cose, ora mi accingo a dirlo. I pareri di noi dieci strateghi sono discordi, poiché gli uni invitano a scontrarsi, e gli altri invece no. Qualora in questo momento non combattiamo, mi aspetto con preoccupazione che una grande discordia travolga le menti degli Ateniesi dopo essersi abbattuta così che parteggeranno per i Medi: qualora invece attacchiamo prima che qualcosa, anche di insano, si sia insinuato in alcuni altri degli ateniesi, se gli dei resteranno imparziali, noi saremo in grado di vincere con il combattimento.

Dunque tutte queste cose spettano a te e da te dipendono: qualora tu ti unisca al mio parere, avrai sia una patria libera, sià una città prima tra quelle in Grecia; qualora invece tu scielga il parere di coloro che dissuadono dal combattimento, ti capiterà il contrario delle cose belle che io ti ho enunciato. "

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