Storie libro 6.12 - Erodoto
Ταῦτα ἀκούσαντες οἱ Ἴωνες ἐπιτρέπουσι σφέας αὐτοὺς τῷ Διονυσίῳ. Ὁ δὲ ἀνάγων ἑκάστοτε ἐπὶ κέρας τὰς νέας, ὅκως τοῖσι ἐρέτῃσι χρήσαιτο...
Udite queste cose, gli Ioni si affidarono a Dionisio. Egli, facendo avanzare ogni volta le navi in formazione, per esercitare i rematori nel manovrare le navi l'una attraverso l'altra e per armare i marinai, teneva le navi all'ancora per il resto della giornata, e procurava agli Ioni fatica per tutto il giorno. [2] Per sette giorni essi obbedirono e fecero ciò che veniva loro comandato; ma l'ottavo giorno, gli Ioni, non abituati a tali fatiche, esausti per la sofferenza e per il sole, dissero tra loro: [3] "Quale dio abbiamo offeso per cadere in questa situazione? Noi, impazziti e fuori di senno, ci siamo affidati a un uomo di Focea, un fanfarone che ha solo tre navi, e lui, prendendoci in mano, ci sta distruggendo con sofferenze irreparabili. Molti di noi sono già caduti malati, e molti altri sono sul punto di fare lo stesso. Prima di subire ulteriori mali, è meglio per noi sopportare qualsiasi altra cosa, anche la futura schiavitù, piuttosto che essere oppressi da questa situazione. Suvvia, da ora in poi non obbediamogli più". [4] Così dissero, e da quel momento nessuno volle più obbedire, ma, come un esercito, piantarono tende sull'isola e si riposavano all'ombra, e non volevano più salire sulle navi né fare esercitazioni.
(By Starinthesky)
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