Temistocle interpreta con accortezza un vaticinio della Pizia

Ἦν δὲ τῶν τις Ἀθηναίων ἀνὴρ ἐς πρώτους νεωστὶ παριών, τῷ οὔνομα μὲν ἦν Θεμιστοκλέης, παῖς δὲ Νεοκλέος ἐκαλέετο....

Ma (δὲ) c'era fra gli Ateniesi (=genitivo partitivo) un uomo di recente nei (sott: cittadini) più autorevoli che era presente il cui nome era Temistocle ma veniva chiamato figlio di Neocle.

Egli diceva che gli interpreti ufficiali non avevano spiegato tutto correttamente dicendo così (ovvero) che se davvero l'oracolo avesse rivolto ciò che aveva detto verso gli ateniesi non sarebbe apparso che il responso era dato mitemente (sul vocabolario: ἠπίως χρησθῆναι che il responso era dato mitemente) ma (aveva detto) così: "Salamina divina", invece (di dire) "Maledetta Salamina", se davvero i cittadini intorno a lei stavano per morire.

Infatti, in modo corretto, l'oracolo dato dal dio si riferiva ai nemici e non agli Ateniesi; li invitava dunque a prepararsi per la battaglia con le navi, perché proprio queste erano il muro di legno. Quando Temistocle chiarì in questo modo il senso del responso, gli Ateniesi ritennero la sua delucidazione preferibile a quella degli interpreti ufficiali, i quali non permettevano di prepararsi a una battaglia navale e, a dirla tutta, neppure di opporre resistenza, ma concedevano solo di abbandonare l'Attica e di stabilirsi in un altro paese

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