Post reges exactos SAMNITES

Eutropio Lingua latina per se illustrata

Iam Romani potentes esse coeperunt. Bellum enim in centesimo et tricesimo fere miliario ab urbe apud Samnitas gerebatur, qui medii sunt inter Picenum, Campaniam, Apuliam. L. Papirius Cursor cum honore ... Interiectis aliquot annis iterum se Gallorum copiae contra Romanis Tuscis Samnitibusque iunxerunt, sed cum Romam tenderent, a Cn. Cornelio Dolabella consule delatae sunt.

Oramai i Romani iniziarono ad essere i potenti. Si conduceva infatti una guerra a pressappoco 130 miglia dalla città, presso i Sanniti, che si trovano in mezzo tra il Piceno, la Campania e la Puglia.

Lucio Papirio Cursore partì per quella guerra con la carica di dittatore. Il quale, mentre tornava a Roma, ordinò a Quinto Fabio Massimo, capo dei cavalieri, che lasciò presso l'esercito, 'di non combattere in sua assenza'. Quello, trovata l'occasione, combatté con ottimo esito e sbaragliò i Sanniti. Condannato a morte dal dittatore per questo, 'poiché aveva combattuto nonostante egli lo avesse vietato', fu liberato grazie al grande favore dei soldati e del popolo, essendo sorta una ribellione così grande contro Papirio che per poco egli stesso non fu ucciso.

In seguito i Sanniti, sotto il consolato di Tito Veturio e Spurio Postumio, vinsero i Romani con grande disonore e li mandarono sotto il giogo. Tuttavia dal senato e dal popolo fu sciolta la pace che era stata fatta con gli stessi per necessità. Poi i Sanniti furono sconfitti dal console Lucio Papirio e settemila di loro furono mandati sotto il giogo. Papirio per primo trionfò sui Sanniti. A quel tempo il censore Appio Claudio portò l'acqua Claudia e lastricò la via Appia. I Sanniti, rinnovata la guerra, sconfissero Quinto Fabio, dopo aver ucciso tremila uomini. Poi, essendogli stato dato come luogotenente il padre, Fabio Massimo, sconfisse i Sanniti e conquistò molte loro città.

In seguito Paolo Cornelio Rufino e M. Curio Dentato, entrambi consoli, mandati contro i Sanniti, li annientarono in grandi combattimenti. Allora terminarono la guerra combattuta con i Sanniti per quarantanove anni. Né vi fu alcun nemico in Italia che estenuò di più il valore Romano. Passati alcuni anni, le truppe dei Galli si unirono nuovamente agli Etruschi e ai Sanniti contro i Romani, ma, mentre si dirigevano a Roma, furono sbaragliate dal console Gneo Cornelio Dolabella.

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