Tito delizia del genere umano - Versione latino

Tito delizia del genere umano Eutropio vari libri
Optime, Nexus e Navigare
dal libro Nexus

Huic titus filius successit, qui et ipse Vespasianus est dictus, vir omnium virtutum genere mirabilis, ut amor et deliciae humanis generis diceretur, facundissimus, bellicosissimus, moderatissimus....

A questo succedette il figlio Tito, che è detto anch'egli stesso Vespasiano, uomo straordinario in ogni genere di virtù, tanto da essere chiamato amore e delizie del genere umano, eloquentissimo, assai bellicoso, molto equilibrato. Condusse gli affari in Latino, compose poesie e tragedie in Greco.

Durante l'assedio di Gerusalemme combattente sotto (gli ordini del) padre trafisse dodici difensori con dodici {colpi di} frecce. A Roma ebbe tanta mitezza nel governare, tanto che non punì assolutamente nessuno, rilasciò i colpevoli della congiura contro di lui, oppure li tenne nello stesso rapporto di amicizia di prima.

Fu di tanta semplicità e affidabilità che, quando non negava nulla a nessuno ed era criticato dagli amici, rispondeva che nessuno doveva separarsi triste dall'imperatore

Dal libro Optime pag. 373 N° 3

Vespasiano Titus filius successit, vir mirabilis adeo, ut amor et deliciae humani generis diceretur....

A Vespasiano successe il figlio Tito, uomo così straordinario al punto che veniva chiamato amore e delizia del genere umano.

A Roma, durante il (suo) impero, fu di tanta mitezza che non punì assolutamente nessuno, lasciò andare i colpevoli di una congiura contro di lui, anzi li considerò amici come prima.

Fu di tanta indulgenza e generosità che, non negando nulla a nessuno ed essendo rimproverato dagli amici, rispose che nessuno doveva allontanarsi triste dall’imperatore; inoltre, essendosi un giorno ricordato durante la cena che in quel giorno non aveva fatto nulla per nessuno, disse:

“Amici, oggi ho sprecato un giorno”. Costui a Roma fece costruire un anfiteatro e fece uccidere cinquemila fiere nell’inaugurazione.

Dal libro navigare
Huic Titus filius successit, qui et ipse Vespasianus est dictus, vir omni virtutum genere. .

A costui succedette il figlio Tito, che fu chiamato anch'egli Vespasiano, uomo straordinario per ogni genere di virtù, al punto che veniva chiamato amore e delizia del genere umano, molto eloquente, abile guerriero, molto equilibrato.

Trattò cause in latino, compose poemi e tragedie in greco. Nell'assedio di Gerusalemme, prestando il servizio militare sotto il padre, trafisse dodici nemici con dodici frecce. A Roma, durante l' impero, fu di tanta mitezza che non punì assolutamente nessuno, lasciò andare i colpevoli di una congiura contro di lui, anzi li considerò amici come prima.

Fu di tanta indulgenza e generosità che, non negando nulla a nessuno ed essendo rimproverato dagli amici, rispose che nessuno doveva allontanarsi triste dall'imperatore; inoltre, essendosi un giorno ricordato durante la cena che in quel giorno non aveva fatto nulla per nessuno, si narra abbia detto: "Amici, oggi ho sprecato un giorno". Costui a Roma fece costruire un anfiteatro e fece uccidere cinquemila fiere nell'inaugurazione.

Amato di non comune amore per (tutti) questi motivi. Morì di malattia in quella villa in cui (era morto) il padre, due anni, otto mesi (e) venti giorni dopo che era diventato imperatore, a quarantadue anni d'età.

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