Esopo e lo schiavo fuggitivo - Versione latino Fedro

Servus profugiens dominum naturae asperae, Aesopo occurrit notus e vicinia....

Uno schiavo fuggiva da un padrone di natura malvagia, si imbattè con Esopo, noto (allo schiavo) per la vicinanza.

"Perché tu (sei) confuso?" "Io (ti) parlerò chiaramente, o padre: poiché infatti tu sei degno di essere chiamato con questo nome, perché una lagnanza viene deposta con sicurezza presso di te. Le botte sono in abbondanza, (ma) i viveri mi mancano; talvolta vengo mandato senza cibo alla casa di campagna. Se pranza in casa, sto in piedi intere notti, o se è invitato (in altra casa), dormo nella via fino al giorno (dopo). Io ho già meritato la libertà, (e anche se sono giò) canuto, sono (ancora oggi) uno schiavo.

Se fossi meritevole a me stesso di qualche colpa, sopporterei con un animo rassegnato: ma non sono mai (divenuto) sazio, e inoltre sventurato patisco una crudele signoria. Per questi motivi, e (per motivi di) cui sarebbe cosa lunga riferire, ho risolto di andarmene dove (mi) avranno trasportato i (miei) piedi.

"Ascolta dunque" disse (Esopo), "poichè tu non hai fatto nulla di male, sei vittima di questi maltrattamenti, come dici: "Cosa accadrà se avrai fatto uno sbaglio (avrai sbagliato)? Quali cose credi di avere a soffrire?" (Lo schiavo) con questo consiglio fu distolto dalla fuga.

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