Il lupo, la volpe, la scimmia come giudice - N. COMPR. E TRADURRE - Versione Fedro
Versione da NUOVO COMPRENDERE E TRADURRE v. 3 n. 2 pag. 162)
Quicumque turpi fraude semel innotuit, etiam si verum dicit, amittit fidem. Hoc adtestatur brevis Aesopi fabula. Lupus arguebat vulpem furti crimine; negabat illa se esse culpae proximam. Tunc iudex inter illos sedit simius. Uterque causam cum perorassent suam, dixisse fertur simius sententiam: Tu non videris perdidisse quos petis; te credo subripuisse quod pulchre negas'
Chiunque con turpe frode una volta sola fu noto, anche se dice il vero, perde la fiducia. Questo attesta la breve favola di Esopo.
Il lupo accusava la volpe per la colpa di furto; ella diceva che non era vicina al fatto. Allora sedette giudice tra loro la scimmia. Mentre l'uno e l'altro peroravano la propria causa, si racconta che la scimmia pronunciò la sentenza : " Tu non sembri aver perso ciò che chiedi; credo che tu abbia sottratto ciò che nellamente neghi ".
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