Castore e Polluce combattono al lago Regillo - Floro versione latino nova lexis

Castore e Polluce combattono al lago Regillo
versione latino di Floro traduzione dal libro Nova Lexis pag. 214 N° 2

Latini quoque Tarquinios adserebant aemulatione et invidia, ut populus qui foris dominabatur saltim domi serviret.

Igitur omne Latium Mamilio Tusculano duce quasi in regis ultionem tollit animos. Apud Regilli lacum dimicatur diu Marte vario, donec Postumius ipse dictator signum in hostis iaculatus est - novum et insigne commentum - ut inde peteretur.

Cossus equitum magister exuere frenos imperavit - et hoc novum - quo acrius incurrerent... Castorem atque Pollucem omnes agnoverunt.

Itaque et imperator deo honorativ et victoriae causa templa promisit et reddidit, plane quasi stipendium commilitonibus diis.

i Tarquini e i latini combattevano con invidia e spirito di emulazione, affinché il popolo che dominava nei fori servisse con più sicurezza il padrone.

Dunque Lazio Mamilio Tuscolano, comandante nel regno di mezzo, ustionò tutte le anime. Presso il lago di Regilli il dio marte venne affogato, in seguito Postumio prese il suo posto - nuovo e insigne commento - affinché dunque perisse.

Il magistrato degli equiti Cossu comandò di frenare - e non avendolo ascoltato - impattarono col muro. Nello spettacolo dell'atrocità del combattimento intevennero anche gli dei; infatti due giovani in bianchi cavalli sovrolarono tra gli astri : che tutti conoscevano come Castore e Polluce.

Così sia l'imperatore tributò onori al dio e promise e diede templi per la vittoria, come ringraziamento ai commilitoni divini.

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