I romani in difficoltà per l'attacco dei galli

Atrocissima plaga a septentriones ... proelio oppressit

Si avvicinava una calamità assai terribile da nord contro il popolo romano. I Cimbri, i Teutoni ed i Tigurini in fuga dalla parte più lontana della Gallia, dato che l'Oceano aveva inondato le loro terre, erano alla ricerca di nuove sedi in tutto il globo terrestre e avendo escluso la Gallia e la Spagna, erano intenzionati a stanziarsi in Italia; pertanto mandarono ambasciatori nell'accampamento di Silano, e da lì al senato, chiedendo che il popolo (di Marte) romano concedesse loro delle terre come una sorta di tributo, del resto si servissero delle loro mani e dello loro armi. Ma il popolo romano a causa delle leggi agrarie era sul punto di far scoppiare una guerra civile e non era in grado di assegnare le terre ai Galli.

Respinti, dunque, dato che nulla poterono ottenere con le preghiere, iniziano a pretenderlo con le armi. E Silano non fu in grado di sostenere il primo attacco, né Manlio il secondo, né Cepione il terzo; tutti, privati degli accampamenti, furono messi in fuga.

La situazione era sul punto di volgere al massimo della criticità, ma a quella generazione toccò in sorte Mario, che subito con straordinaria rapidità compì la marcia attraverso strade più brevi anticipando i nemici e, inseguiti per primi i Teutoni alle pendici stesse delle Alpi, li sconfisse in battaglia in una località che chiamano Acque Sestie

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