L'incontro di due poeti tragici - Gellio (Maturità classica 1971)

L'incontro di due poeti tragici Gellio
Maturità classica 1971

Cum Pacuvius, grandi iam aetate et morbo corporis diutino adfectus Tarentum ex urbe Roma concessisset, Accius tunc haud parvo iunior...

Pacuvio, essendo ormai indebolito dall’età avanzata e da un cronico malanno del corpo, ritirato dalla città di Roma a Taranto, Accio, allora non di poco più giovane, mentre era in viaggio per l’Asia, dopo essere giunto in una città, fece una sosta da Pacuvio e invitato cortesemente e ospitato da lui per parecchi giorni gli lesse, giacché ) lo desiderava, la sua tragedia, il cui nome è "Atreo". Raccontano allora che Pacuvio abbia detto che ciò che (lui) aveva scritto era certamente risonante e sublime ma che tuttavia gli sembrava un po’ troppo duro e acerbo.

"è come dici" rispose Accio; "e non me ne pento assolutamente; spero infatti che sarà migliore quello che in seguito scriverò. Infatti quel che c’è per i frutti dicono che accade anche per gli ingegni; quelli che nascono duri e acerbi, poi diventano teneri e rigogliosi; ma quelli che nascono subito sfatti e molli e sono succosi dall’inizio, non maturano in seguito, ma diventano marci.

Allora mi è parso giusto lasciare nell’ingegno ciò che i giorni e l’età facciano maturare"

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